Meta sta spingendo per una revisione delle attuali regole di verifica dell’età in Europa. Con l’intento di migliorare la privacy degli utenti e rendere più efficace il controllo, la compagnia ha chiesto ai legislatori di attuare nuove misure. Queste potrebbero includere controlli a livello di sistema operativo, prima del download delle applicazioni negli app store di Apple e Google. Questa richiesta non è una novità, infatti era stata già avanzata lo scorso anno ai membri del Congresso statunitense, ma adesso torna sotto i riflettori in Europa.
Nel corso del mese di ottobre, Meta ha reso noto che comincerà a sfruttare l’intelligenza artificiale per identificare gli utenti di Instagram che non forniscono la propria età correttamente, in altre parole, che mentono. Ma quali sono i problemi attuali? A metà maggio, la Commissione europea ha avviato un’indagine sul sistema di verifica dell’età attualmente in vigore, ritenuto poco efficace. Iniziative come un possibile divieto per i minori di 16 anni in Australia pongono questioni rilevanti in merito alla protezione dei più giovani.
Meta evidenzia il fatto che il controllo dell’età a livello di applicazione è alquanto difficile da implementare. I ragazzi di oggi, infatti, si avvalgono di ben 40 applicazioni alla settimana, e questo rende complicato per i genitori monitorare ogni singola attività. Sebbene esistano funzionalità di sicurezza, come i profili Instagram dedicati ai minorenni, manca uno standard universale che garantisca un accesso limitato solo ai contenuti appropriati. Questo panorama confuso fa sì che il problema si complichi ulteriormente.
La proposta di Meta: responsabilizzare i genitori
La situazione in Europa è ulteriormente aggravata dalle varie normative in vigore, tra cui il Digital Services Act e il GDPR, noto anche come Regolamento generale sulla protezione dei dati. É qui che Meta entra in gioco con la sua proposta. L’azienda chiede che il compito di verifica dell’età venga spostato sugli app store o sui sistemi operativi utilizzati, come Android e iOS. Ma come funzionerebbe nella pratica? Quando un minorenne tenta di scaricare un’applicazione, i genitori ricevono una notifica che chiede loro di approvare o meno il download. Questo metodo non solo semplificherebbe il controllo degli accessi, ma garantirebbe anche che le informazioni sensibili non siano condivise con più app.
Inoltre, Meta non si ferma qui. Si propone anche di creare uno standard uniforme per i controlli parentali da applicare in tutte le app, per garantire una protezione omogenea e una maggiore tranquillità per i genitori. Questo potrebbe aiutare a ridurre l’attuale disorientamento causato dalla diversità delle leggi esistenti in materia.
Gli sviluppi negli Stati Uniti e in Europa
Nel contesto statunitense, due politici repubblicani hanno messo a punto una proposta di legge per rendere obbligatoria la verifica dell’età negli app store. Se questa iniziativa non dovesse sortire gli effetti sperati, i genitori avrebbero la possibilità di denunciare le aziende, come Apple e Google, per non aver adottato misure adeguate a proteggere i minori. Questa evoluzione legislativa dimostra come il tema della sicurezza online e della protezione dei dati sia sempre più in cima all’agenda politica, riflettendo le preoccupazioni condivise di genitori e autorità.
A fronte di queste dinamiche, il dibattito sulla verifica dell’età continua a guadagnare importanza. I legislatori si trovano di fronte a un compito delicato: far sì che i più giovani possano utilizzare la tecnologia in modo sicuro senza calpestare i diritti alla privacy. Le prospettive sono molteplici e con la proposta di Meta, la speranza è quella di arrivare a una serie di norme più efficaci e unificate che possano davvero garantire la protezione dei minorenni nel vasto panorama digitale.