Un movimento di protesta si sta diffondendo a Roma, rivolto contro l’impatto negativo che gli affitti brevi e l’overtourism hanno sulla vita quotidiana dei cittadini. Con metodi audaci, un gruppo di attivisti anonimi, ribattezzato “banda di Robin Hood”, ha iniziato a sabotare i sistemi di check-in a distanza, usando adesivi e avvisi per sensibilizzare l’opinione pubblica. Questi eventi hanno portato a una maggiore attenzione sulla questione degli affitti nella Capitale, culminando in una manifestazione prevista per il 13 dicembre.
I sabotaggi della banda di Robin Hood
Nelle ultime settimane, Roma ha assistito a una serie di atti di disobbedienza civile da parte di un gruppo che si identifica come la banda di Robin Hood. I loro attacchi mirati coinvolgono l’applicazione di adesivi sui sistemi di accesso per gli appartamenti in affitto, noti come key box. Questi sabotaggi avvengono principalmente di notte in varie zone della città, tra cui Pigneto, Cavalleggeri, Monti, Monteverde, Esquilino e Trastevere. Gli attivisti utilizzano un adesivo rappresentante il cappello iconico di Robin Hood, accompagnato da messaggi provocatori e un manuale in stile Ikea che guida alla disattivazione dei lucchetti.
Il messaggio è chiaro: la banda denuncia il paradigma attuale degli affitti brevi, presentandolo come un sintomo di una crisis abitativa che colpisce le famiglie, gli studenti e gli anziani. La protesta è mossa dalla convinzione che la casa non debba essere considerata un mero prodotto commerciale, ma un diritto fondamentale.
Le ragioni della protesta
Dietro alla ribellione della banda si cela una questione di fondo che attanaglia molte città d’arte: la crescente difficoltà nel reperire abitazioni a prezzo accessibile. L’aumento vertiginoso degli affitti, con picchi che superano l’80%, ha costretto molti residenti a lasciare le loro case. La gentrificazione ha cambiato il volto di storici quartieri romani come Trastevere, riducendo il numero di abitanti e trasformando le strade in punti di attrazione turistica, ove i turisti possono godere di servizi superficiali ma costosi.
L’attività della banda di Robin Hood si inserisce in un contesto in cui il tema degli affitti brevi ha preso piede, creando un dialogo tra le autorità locali e la cittadinanza. Recentemente, è stato proposto un regolamento per gli affitti brevi a Roma e il Ministero dell’Interno ha emanato direttive per tempi e modi di check-in, spostando l’attenzione sulla questione identitaria degli affittuari.
L’invito alla mobilitazione
Il clima di protesta non si fermerà ai sabotaggi. Il 13 dicembre, a Piazza del Pigneto, è prevista una manifestazione contro l’overtourism e gli affitti brevi. La banda invita tutti a unirsi alla loro causa, suggerendo che il sabotaggio sia un modo per combattere l’ingiustizia sociale causata da una forma mal interpretata di turismo. L’evento promette di attirare un’ampia partecipazione, in quanto si vuole sollevare una voce collettiva contro un sistema che continua a favorire i ricchi a discapito dei meno abbienti.
Questa iniziativa è un invito a tutti a prendere coscienza della problematica crescente riguardo gli affitti e il turismo sfrenato, affinché si rallenti e si riorganizzi il settore. L’intento è quello di costruire un “giubileo dei poveri”, un ripensamento sulla città accessibile a tutti.
L’importanza del dibattito sulla casa
Il fenomeno degli affitti brevi e l’impatto dell’overtourism meritano una riflessione profonda sul futuro delle città storiche. Con le azioni intraprese dalla banda di Robin Hood, il dibattito si accende ulteriormente, ponendo interrogativi fondamentali su come preservare non solo la cultura e l’identità, ma anche il diritto alla casa per i cittadini. L’azione del gruppo, pur controversa, ha riacceso l’attenzione su una questione che tocca le vite di molte persone nella Capitale.