Mentre il presidente francese Emmanuel Macron si prepara a tornare da una visita abbreviata in Polonia, Parigi è in fermento per il futuro della propria leadership. La nomina del nuovo primo ministro, attesa per questa sera, è divenuta uno dei temi dominanti nei corridoi del potere. La crisi politica in corso ha generato un acceso dibattito, contribuendo a un clima di incertezza fra i cittadini. Con il 61% della popolazione preoccupato per la situazione attuale, le parole e le decisioni che seguiranno la visita di Macron saranno cruciali per il futuro del governo francese.
L’ipotesi Roland Lescure e le reazioni del Rassemblement National
Fra i nomi che circolano per assumere l’incarico di primo ministro, spicca quello di Roland Lescure, un uomo di fiducia di Macron e già ministro dell’Industria. La sua candidatura, tuttavia, non è priva di controversie. All’interno del Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen, sono emerse voci critiche, con Sébastien Chenu e Jean-Philippe Tanguy che non hanno esitato a esprimere il loro disappunto nei confronti dell’eventuale nomina di Lescure. La portavoce del gruppo, Laure Lavalette, ha persino twittato un messaggio di sfiducia prima di rimuoverlo.
Il contesto nel quale si muove Lescure è complicato dal suo passato di critiche al peso del Rassemblement National nella formazione del precedente governo di Michel Barnier. Il panorama politico si fa sempre più teso e le opinioni pubbliche si polarizzano ulteriormente, mentre Lescure continua a essere considerato come una delle opzioni per la successione a Matignon, affiancato dai nomi di François Bayrou e Bernard Cazeneuve. Il giorno successivo, Lescure ha partecipato a una cerimonia all’Eliseo dove è stata conferita la Legion d’Onore a un noto imprenditore.
Il clima di incertezza fra i cittadini
Un recente sondaggio condotto dall’Istituto Elabe per BFMTV ha rivelato che oltre il 60% dei francesi si sente ansioso riguardo al futuro politico della nazione. Questo timore è coinciso con la caduta del governo Barnier e con le aspettative legate alla scelta del nuovo primo ministro. A destare interesse è anche l’idea di un accordo di “non censura” tra Macron e i partiti politici, escluso ovviamente il Rassemblement National e la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. Il 69% degli intervistati ritiene positivo un simile accordo per stabilizzare il governo e ridurre l’instabilità.
Le preferenze politiche degli elettori si riflettono anche nella figura del prossimo primo ministro. Il 41% degli interpellati auspica l’uscita di un candidato non affiliato a nessun partito, mentre il 23% sostiene un candidato di sinistra. Solo il 17% vede di buon occhio un appoggio al Rassemblement National, con una quota relativa di sostenitori del governo di Macron che si attesta appena sul 6%.
La fiducia nei leader e il destino di Macron
A complicare ulteriormente la situazione è la scarsa fiducia di cui gode attualmente Emmanuel Macron, attestatasi al 21%, il livello più basso dalla sua ascesa all’Eliseo nel 2017. Queste cifre, provenienti da un sondaggio commissionato da Les Echos, pongono l’accento sul crescente malcontento della popolazione. In questo contesto turbolento, altre figure politiche si stanno affermando: l’ex premier Edouard Philippe ha visto un aumento della fiducia del 4% in un mese, raggiungendo il 41%. Anche il suo successore Gabriel Attal ha guadagnato consensi, posizionandosi al 37%.
Il clamore mediatico continua a evidenziare la crescita di François Bayrou, leader del partito centrista MoDem e uno dei nomi in corsa per diventare il nuovo primo ministro, con un incremento del 29% di popolarità. Bernard Cazeneuve segue a ruota, mostrando segni di ripresa con un 28%, anch’esso in aumento rispetto ai sondaggi precedenti. La composizione e la direzione futura del governo sono tornate al centro del dibattito nazionale. La scelta del prossimo premier di Macron rappresenterà un’importante svolta per stabilire le priorità politiche della Francia.