Il 12 dicembre 2024, un’operazione di grande rilevanza ha portato al sequestro di uno stabilimento a Caivano, un luogo emblematico dei problemi ambientali in Italia. Questo stabilimento, responsabile della raccolta e del trattamento dei rifiuti differenziati provenienti da ben 75 comuni delle province di Napoli, Caserta e Salerno, è finito al centro di indagini per aver scaricato sostanze inquinanti nella rete fognaria senza alcun trattamento di depurazione. Le autorità locali, tra cui i Carabinieri e l’Arpa, hanno effettuato il blitz dopo aver accertato l’illecito, avviando un processo che coinvolge non solo l’azienda, ma anche la salute pubblica e l’ambiente circostante.
I dettagli del sequestro e le accuse al legale rappresentante
Le accuse nei confronti del legale rappresentante dell’azienda riguardano principalmente lo scarico abusivo di reflui industriali e la gestione irregolare dei rifiuti. La situazione è diventata così seria che il tribunale di Napoli ha emesso un decreto di sequestro preventivo di una superficie di circa 40.000 mq, trascinando l’azienda in una crisi operativa senza precedenti. Nella rete investigativa, l’azienda doveva occuparsi della raccolta e del riciclo di carta e cartone per convertirli in Materia Prima Seconda, anche nota come “End of Waste”. Tuttavia, gli inquirenti sostengono che l’azienda non solo dichiarava come recuperati materiali che in realtà non venivano trattati adeguatamente, ma addirittura li stoccava in modo non conforme, in aree aperte senza protezione adeguata.
Questa gestione non accettabile ha portato a gravi conseguenze, poiché i materiali stoccati si sono deteriorati, aumentando il rischio di contaminazione tramite dilavamento da agenti atmosferici. I reflui industriali, invece di essere trattati come previsto dalla normativa, venivano deviati attraverso condotte non autorizzate, bypassando così gli impianti di depurazione. Di fatto, l’azienda veniva accusata di immettere nella rete fognaria sostanze altamente inquinanti, contravvenendo alle normative ambientali regionali e nazionali.
La scoperta delle anomalie e le indagini approfondite
Le problematiche emerse non si limitano soltanto alla gestione superficiale dei rifiuti, ma si estendono anche all’analisi delle acque reflue. L’inchiesta condotta dai Carabinieri del Nucleo Ambientale ha rivelato che l’azienda aveva messo in atto un sistema rodato di deviazione dei reflui, utilizzando tubature non autorizzate e pozzi scolmatori per eludere le procedure di depurazione obbligatorie. Attraverso l’uso di traccianti colorati, le forze dell’ordine hanno chiarito il reale percorso dei reflui, che si discostava dalla documentazione fornita all’autorità regionale.
Le indagini condotte nel tempo hanno messo in luce l’illecito comportamento dell’azienda, il quale mirava a ridurre i costi operativi a scapito dell’ambiente e della salute pubblica. Tales attività, durando per un periodo prolungato, rischiava di generare un grave stato di inquinamento, compromettendo non solo il suolo e le acque superficiali ma anche le risorse idriche sotterranee della zona. Considerando la storicità di problematiche simili nella “terra dei fuochi”, questo caso ha riacceso l’attenzione sulle pratiche illecite di gestione dei rifiuti in Campania.
La gestione futura dell’azienda e misure correttive
Di fronte a questa drammatica situazione, il Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Napoli Nord ha deciso di nominare un amministratore giudiziario per garantire che la gestione dell’azienda rispetti le prescrizioni tecniche necessarie per rimettere in carreggiata la propria operatività. Questa figura avrà la responsabilità di condurre l’azienda verso modalità operative conformi alle normative vigenti, assicurando nel contempo che la salute pubblica non venga compromessa.
La necessità di una regolamentazione più stringente e di controlli frequenti è diventata quindi fondamentale nella lotta contro l’inquinamento ambientale. La speranza è che attraverso l’intervento delle autorità, si possano arginare comportamenti poco virtuosi e garantire una corretta gestione del ciclo dei rifiuti, recuperando la fiducia dei cittadini e proteggendo il territorio da ulteriori danni.