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Sora di OpenAI addestrato su videogiochi protetti da copyright a Milano con la collaborazione di esperti locali

OpenAI ha recentemente rivelato Sora, una nuova intelligenza artificiale progettata per generare video da testi e immagini. Questa innovazione ha catturato l’attenzione del mondo tech, presentando potenzialità notevoli, ma solleva anche interrogativi sui diritti d’autore e l’uso di materiali protetti. Scopriamo in dettaglio le capacità di Sora e le implicazioni legali connesse.

Sora e la sua sorprendente capacità di generazione video

Sora offre l’opportunità di realizzare filmati di gameplay che sembrano autentici, con una durata massima di 20 secondi. Utilizzando suggerimenti mirati, gli utenti possono provare a creare sequenze che richiamano alla mente classici come Super Mario Bros. o titoli più recenti come Call of Duty. Qua e là, gli output possono presentare alcune incongruenze, ma la somiglianza generale è impressionante.

Il sistema sembra avere un’ottima padronanza delle estetiche di streaming, come suggerito dai risultati ottenuti per richieste che riproducono contenuti tipici della piattaforma Twitch. La rappresentazione visiva delle interfacce e dei personaggi nei video genera non poche polemiche, poiché rimandano fortemente a streamer e contenuti di successo, quasi a evocare un parallelismo con il mondo reale dei videogiochi.

Questioni legali legate ai diritti d’autore

Questa situazione porta a interrogarsi sull’origine dei dati utilizzati per addestrare Sora. È probabile che OpenAI abbia incluso materiale protetto da copyright, come video di Twitch e guide ai giochi, nel processo di formazione dell’AI. L’eventualità di utilizzare tali contenuti senza autorizzazione solleva gravi preoccupazioni legali e potrebbe portare a conseguenze in futuro, qualora l’azienda decidesse di sviluppare applicazioni più avanzate.

Joshua Weigensberg, un avvocato specializzato in proprietà intellettuale, sottolinea i rischi connessi all’addestramento delle intelligenze artificiali su materiali ritenuti “piratati”. I videogiochi, in quanto prodotti complessi, sono protetti da una serie di diritti d’autore che comprendono elementi visivi, sonori e narrativi. La violazione di questi diritti potrebbe generare azioni legali significative contro le aziende coinvolte.

La reazione degli sviluppatori e dei creatori

Il funzionamento delle AI generative richiede l’elaborazione di enormi volumi di dati. Durante questo processo, le intelligenze artificiali possono eguagliare in modo preciso elementi specifici del materiale usato per il loro addestramento, simile a uno studente che riporta esattamente ciò che ha letto nei libri. Le conseguenze legali risultano più gravi nel caso in cui i contenuti riprodotti infrangano i diritti di copyright.

Negli ultimi tempi, diversi creatori si sono fatti avanti con cause legali contro colossi dell’industria come Microsoft e OpenAI, accusandoli di utilizzare senza il consenso i loro lavori. Questa crescente tensione tra innovazione tecnologica e diritti d’autore evidenzia quanto sia delicato il confine tra creazione originale e plagio in un’epoca in cui le intelligenze artificiali sono in continua espansione e utilizzo.

L’industria dei videogiochi e le sue precauzioni

Attualmente, i principali sviluppatori di videogiochi, come Epic Games, Microsoft, Ubisoft e Nintendo, mantengono una posizione riservata su questo tema e non si sbilanciano su dichiarazioni ufficiali. Con un contesto legale incerto e un potenziale impatto sulla loro operatività, molti di loro scelgono di attendere ulteriori sviluppi prima di prendere provvedimenti.

Le aziende potrebbero avvalersi di strategie più aggressive in futuro, a seconda di come si evolverà il panorama dell’AI videoludica e delle accuse di violazione dei diritti d’autore. La tensione crescente fra creatività ed intelligenza artificiale rappresenta un argomento di discussione aperto che potrebbe definire il futuro del settore videoludico e delle nuove tecnologie.

Il cammino di Sora rappresenta una nuova frontiera nel campo dei generatori di contenuti AI, ma è chiaro che i dilemmi etici e legali che ne derivano necessitano di attenzione e riflessione.

Alessandro Romano

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