A Milano, dal primo gennaio 2024, entrerà in vigore una nuova normativa che vieta il fumo all’aperto se non si è distanti almeno 10 metri da altre persone. Questo divieto si aggiunge a quello già esistente imposto nel 2021, che limitava il fumo nei parchi, alle fermate dei mezzi pubblici e nei pressi di impianti sportivi. L’intenzione del Comune è quella di ridurre le emissioni di Pm10 e migliorare la qualità dell’aria, considerando che il fumo di sigaretta rappresenta una parte significativa dell’inquinamento atmosferico.
Nuove restrizioni sul fumo in strada
Il divieto di fumare per strada a Milano rappresenta un passo in avanti nella lotta contro l’inquinamento atmosferico. D’ora in avanti, per i fumatori, sarà necessario mantenere una distanza considerevole dagli altri cittadini, una situazione difficile da realizzare nella vita di ogni giorno in una grande metropoli. Chiunque venga sorpreso a infrangere questa nuova regola rischia multe comprese tra i 40 e i 140 euro. Questa iniziativa poggia su risultati concreti del Piano Aria Clima, sviluppato dal Comune per ridurre le emissioni di anidride carbonica e migliorare la salute pubblica.
Il bando sul fumo va a favore di una Milano più salubre e sostenibile, replicando modelli già adottati da altre città, come Torino. Qui, sebbene siano già state imposte restrizioni sul fumo all’aperto, le multe inflitte sono state poche. L’enforcement effettivo della normativa sarà cruciale per il successo del provvedimento a Milano.
Sostenibilità e salute pubblica: il ruolo del fumo nelle emissioni
Secondo l’inventario delle emissioni nell’aria elaborato dall’Arpa Lombardia, il fumo di sigaretta è responsabile del 7% delle emissioni di Pm10 nella città. Questa percentuale sottolinea l’importanza di interventi mirati per proteggere l’ambiente e la salute pubblica. Pier Mannuccio Mannucci, noto esperto di salute pubblica, ha commentato che “il fumo passivo è nocivo per la salute quanto il fumo attivo”. Pertanto, perseguitare il fumo all’aperto è un provvedimento che può ridurre l’esposizione delle persone agli effetti nocivi del tabacco, promuovendo uno spazio pubblico più sano.
Mannucci ha anche citato studi che mettono in evidenza la correlazione tra il fumo in aree affollate e i livelli di inquinamento atmosferico. In certe situazioni, il fumo da sigaretta genera un inquinamento simile a quello prodotto da un camion a motore acceso. Ciò implica che un’azione decisa contro il fumo potrebbe non solo abbattere il numero di fumatori ma anche migliorare sostanzialmente la qualità dell’aria in centro città.
Le aree all’aperto e i dehors: un dilemma da risolvere
Un aspetto controverso riguarda i dehors dei locali: queste aree esterne, spesso collocate su suolo pubblico, sono gestite da privati. La questione di cosa significhi “pubblico” nella definizione di aree vietate al fumo richiede chiarimenti. Se i dehors verranno considerati spazi pubblici, anche il fumo all’esterno dei bar e ristoranti sarà vietato, un cambiamento che i gestori temono possa portare a complicazioni nel far rispettare il divieto.
La comunicazione ufficiale da parte del Comune è attesa nei prossimi giorni e avrà il compito di delineare le regole e sopperire ad eventuali ambiguità. Mannucci ha esortato ad applicare il divieto anche nei luoghi d’attesa, come le fermate degli autobus, dove il rischio di esposizione al fumo passivo è alto. Mantenere gli spazi pubblici privi di fumi tossici deve diventare una priorità nel miglioramento della salute pubblica milanese.
Il ricorso dei tabaccai e la reazione della giustizia
Le nuove normative che disciplinano il divieto di fumare hanno suscitato un acceso dibattito, specialmente tra i tabaccai. Questi hanno presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale , sostenendo che i Comuni non abbiano la competenza per imporre tali disposizioni. Hanno affermato che qualunque disciplina sul fumo nei luoghi pubblici dovrebbe essere una decisione a livello statale, considerata la loro proposta sul tema da una prospettiva più ampia.
Tuttavia, il Tar ha respinto il ricorso, confermando che l’adozione di regole più restrittive sulle sigarette può essere legittima a livello locale. La problematica sollevata dai tabaccai, che riguardava la distanza di dieci metri dagli altri, è stata giudicata poco pratica nella realtà dei fatti. Così, le normative sul fumo continuano a evolversi, con l’obiettivo di costruire una Milano più sana, pur mantenendo acceso il dibattito sulle libertà individuali e il rispetto delle norme civiche.