Raina Kabaivanska: “La zingara mi prese la mano e annunciò palco e gloria” durante un incontro a Sofia

Raina Kabaivanska celebra novant’anni di carriera con un galà al Teatro Comunale di Modena, evidenziando il suo ruolo di soprano e insegnante nel panorama operistico contemporaneo.
Raina Kabaivanska: "La zingara mi prese la mano e annunciò palco e gloria" durante un incontro a Sofia - (Credit: www.quotidiano.net)

Roma, 14 dicembre 2024 – Il mondo dell’opera celebra una data fondamentale: i novant’anni di Raina Kabaivanska, soprano di straordinaria fama e talento indiscutibile. Con una carriera che ha attraversato epoche e generi, Kabaivanska si cimenta nel canto da un palcoscenico all’altro, lasciando un segno indelebile. Il suo compleanno verrà festeggiato domani al Teatro Comunale di Modena, in un galà che vedrà esibirsi allievi della masterclass che tiene al Conservatorio Vecchi Tonelli da vent’anni. Tra gli ospiti d’onore ci saranno le sue affezionate allieve, Vittoria Yeo e Veronica Simeoni.

Nel cuore della musica: l’importanza della formazione

Raina Kabaivanska non è solo una cantante di successo, ma anche un’insegnante appassionata che crede fermamente nel potere del canto come mezzo di espressione. “Ogni giorno, circondata da giovani talenti, rivedo in loro la mia stessa passione. Cerco di offrire una formazione completa, poiché oggi ai cantanti viene richiesta non solo una voce bella, ma anche una preparazione totale e una presenza scenica impeccabile”, spiega la soprano. Questo impegno è dimostrato dai numerosi allievi che si sono affermati nel panorama operistico, ereditando parte della sua arte e del suo approccio al canto.

Kabaivanska non dimentica mai le sue radici e la sua storia. Sin da giovane, era predestinata a fare qualcosa di grande. Anche se i presagi della zingara che le lesse la mano da bambina non erano immediati, ora comprendono perfettamente il suo successo. Le parole che sentì, legate alla regale bellezza di un’opera, sono diventate la colonna sonora della sua vita artistica.

Da Sofia a Modena: un viaggio straordinario

Nata in Bulgaria durante il regime comunista, Raina ha avuto il coraggio di sfidare le aspettative e di seguire il suo sogno. Con una borsa di studio, ha saputo superare gli ostacoli che la separavano dall’Italia, rifiutando offerte prestigiose come quella del Bolshoi. Il suo viaggio verso il successo non è stato semplice. Nonostante le difficoltà burocratiche, è riuscita a realizzare il suo desiderio di trascorrere la vita nel mondo dell’opera.

Il supporto dei genitori è stato cruciale. Nonostante la loro vita fosse intessuta di responsabilità e rigore, Raina è cresciuta con il supporto di un padre aperto alle sue aspirazioni artistiche e una madre severa, che ha consolidato in lei una disciplina fondamentale. Questo mix di libertà e struttura ha plasmato la sua personalità e il suo approccio al canto.

La magia del palcoscenico: tra emozioni e personaggi

Per Raina Kabaivanska, il palcoscenico non è solo un luogo di esibizione, ma una vera e propria casa. La sua capacità di immergersi nei personaggi è leggendaria: “Mi sono sempre trovata a mio agio in ogni situazione”, racconta l’artista. I ruoli che ha interpretato, dalle tormentate eroine del melodramma a eleganti figure drammatiche, hanno permesso alla soprano di entrare in un universo dove i sentimenti prendono vita.

Ricordando la profondità emotiva delle sue performance, Raina fa riflessioni sulle sue interpretazioni, rivelando di sentirsi a volte come un’osservatrice di se stessa. Questo doppio ruolo ne ha arricchito l’arte, permettendole di comunicare in modo autentico e profondo.

Eredità musicale: i compositori e le collaborazioni che hanno segnato la sua carriera

Il repertorio di Raina Kabaivanska spazia da Puccini a Verdi, con una continua volontà di esplorare nuove opere. Ha dedicato anni alla ricerca della perfezione attraverso l’interpretazione di grandi capolavori, dando vita a personaggi indimenticabili. “Con Puccini ho trascorso tanti momenti meravigliosi, ma ho esplorato anche l’universo di Donizetti e Bellini. Ogni incontro con una nuova partitura era un nuovo viaggio”, sottolinea con passione.

Anche le collaborazioni con dirigenti d’orchestra e registi di fama mondiale, come Herbert Von Karajan e Luca Ronconi, hanno lasciato un’impronta profonda nella sua arte. Raina ricorda con particolare affetto le direzioni virtuose e le interazioni artistiche che l’hanno accompagnata nel corso della sua lunga carriera, rendendo ogni esibizione un’esperienza condivisa e memorabile.

L’opera oggi: riflessioni di una veterana

Guardando al panorama attuale dell’opera, Kabaivanska esprime una certa nostalgia. “Spesso assisto agli spettacoli dei miei allievi, ma mi capita di non riconoscere più il mio mondo. Ci sono reinterpretazioni che dramatiscono o completamente stravolgono i lavori classici di compositori come Verdi e Puccini, osserva. La tradizionale purezza della musica, a suo avviso, dovrebbe rimanere intatta, e il rispetto per il lavoro del compositore dovrebbe prevalere.

A proposito delle nuove generazioni di cantanti, Raina rimane ambivalente. “Ci sono voci belle, ma spesso non mi trasmettono emozioni”. La soprano, quindi, cerca un senso più profondo nel canto, un legame che vada oltre la mera tecnica vocale. Per lei, l’essenza del canto risiede nell’anima, quella scintilla che accende le emozioni e coinvolge il pubblico.

Raina Kabaivanska rimane una figura iconica e rappresentativa di un’epoca che continua a vivere attraverso la sua musica e le generazioni di cantanti che continua a formare, confermandosi più che mai nel cuore dell’opera.